COMANDAMENTI - parrocchia Sant' Uldarico Parma

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PARROCCHIA
SANT'
ULDARICO
Comandamenti
Siete sicuri di conoscere i 10 Comandamenti? E le differenze tra quelli originali e quelli che conosciamo noi?
   
I Dieci Comandamenti (o “Decalogo”) sono Leggi scritte su due tavole  di pietra che furono donate a Mosè da Dio sul monte Oreb, penisola del  Sinai, durante la fuga del popolo di Israele verso l’Egitto. Secondo la  tradizione, le tavole sono state scritte da Dio, anche se esiste  un’altra tradizione biblica che attribuisce la scrittura allo stesso  Mosè, sotto dettatura divina.

L’ANTICO TESTAMENTO
Il  “Decalogo”, in lingua ebraica, è riportato nell’Antico Testamento in  Esodo 20,2-17 e in Deuteronomio 5,6-21: in entrambi in testi originali, i  Comandamenti non sono enumerati, né hanno punteggiatura.

Ecco una traduzione dell’Esodo più letterale e comprensibile, a cui abbiamo aggiunto anche la tradizionale numerazione:

«E Dio pronunciò tutte queste parole dicendo così:
1) Io  sono il Signore tuo Dio, che ti fece uscire dal paese d’Egitto, dalla  casa del [faraone dove eravate] schiavi. Non avrai altri dei al mio  cospetto.
2) Non dovrai farti alcuna figura  scolpita, né immagine alcuna delle cose che sono in alto nel cielo o in  basso sulla terra o nelle acque al di sotto della terra. Non ti  prostrare davanti a loro e non li adorare, perché io, il Signore tuo  Dio, sono un Dio scrupoloso [nell’esigere la punizione per l’idolatria].  Per coloro che mi odiano Io punisco il peccato dei padri sui figli fino  alla terza e alla quarta generazione mentre uso bontà fino alla  millesima generazione per coloro che mi amano ed osservano i miei  comandamenti.
3) Non pronunciare il nome del Signore  Dio tuo invano; perché il Signore non lascerà impunito chi avrà  pronunciato il suo nome invano.
4) Ricordati del  giorno del sabato per santificarlo. Per sei giorni lavorerai e compirai  ogni tua opera ma il settimo è giorno di totale cessazione del lavoro e  dedicato al Signore Dio tuo. Non farai alcun lavoro né tu né tuo figlio  né tua figlia né il tuo schiavo né la tua schiava né il tuo animale né  il forestiero che si trova nelle porte [della tua città] poiché in sei  giorni il Signore creò il cielo e la terra, il mare e tutto ciò che  contengono e nel settimo giorno si riposò e per questo il Signore ha  benedetto il settimo giorno santificandolo.
5) Onora tuo padre e tua madre affinché si prolunghino i tuoi giorni sulla terra che il Signore tuo Dio ti dà.
6) Non uccidere.
7) Non commettere adulterio.
8) Non rubare [o rapire].
9) Non fare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
10) Non  desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare sua moglie, né il  suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né  alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

LE TRE RELIGIONI
Il  “Decalogo” è parte essenziale dell’alleanza di Dio con il suo popolo,  ed il testo originale ebraico è alla base dei Comandamenti per le tre  grandi religioni monoteiste (ebraismo, cristianesimo, islam). Ma ognuna  di esse li ha diversamente interpretati, con differenze anche  all’interno di ciascuna religione.

SANT’AGOSTINO
La  divisione e la numerazione dei Comandamenti hanno subito variazioni nel  corso della storia. Nella religione cristiana cattolica, Sant’Agostino  fissò una divisione che divenne tradizionale nella Chiesa Cattolica e  che è seguita anche dalle confessioni luterane. Agostino prese come base  il testo del Deuteronomio, considerò la prescrizione sulle immagini  come parte del primo comandamento e separò la proibizione di desiderare  la moglie del prossimo da quella di desiderare le sue cose.

In  quel modo il Secondo Comandamento è stato del tutto cancellato, rispetto  alla traduzione dell’Esodo e del Decimo Comandamento ne sono stati  ricavati due, per coprire il vuoto del secondo, che – come si e’ detto –  è stato annullato.

Il Quarto Comandamento (diventato il Terzo  Comandamento nel Catechismo Cattolico), da “Ricordati di santificare il  Sabato” (lo Shabbat ebraico) è diventato “Ricordati di santificare le  Feste”. E di conseguenza il Sabato, giorno sacro ed intoccabile per gli  ebrei (quindi anche per Gesù) e per Dio, nella Sacra Bibbia, viene  spostato alla Domenica.

IL CATECHISMO
Il  “Decalogo” che abbiamo imparato all’inizio del percorso di catechesi, si  basa su questa numerazione, ed è stato così esemplificato nel  Catechismo della Chiesa Cattolica (scritto nel XVI secolo) il  “Decalogo”:

1) Non avrai altro Dio all’infuori di me.
2) Non nominare il nome di Dio invano.
3) Ricordati di santificare le feste.
4) Onora il padre e la madre.
5) Non uccidere.
6) Non commettere adulterio.
7) Non rubare.
8) Non dire falsa testimonianza.
9) Non desiderare la donna d’altri.
10) Non desiderare la roba d’altri.

IL SIGNIFICATO DEI COMANDAMENTI
Un  fine teologo, come il cardinale messicano Norberto Rivera Carrera, in  una sua celebre omelia, ha spiegato che «i Dieci Comandamenti sono per  l’uomo, non contro l’uomo. Non ci tolgono o limitano la nostra libertà,  piuttosto ci liberano. Quello che ordinano non è un capriccio di  qualcosa che non è gradito a Dio, ma un progetto di vita che rende  possibile lo sviluppo umano e un sano rapporto con gli altri».

Il  decalogo, ha osservato il cardinale, deve essere un’opzione per la  vita: «Io metto davanti a te la vita e la morte, il bene e il male, e ti  ordino di osservare i comandamenti perché tu possa vivere. I dieci  comandamenti devono essere il punto di riferimento, il punto di partenza  della vita morale»,

“TRA NOI E IL DECALOGO C’E’ GESU’ CRISTO”
Il  porporato ha precisato che in Israele non si parlava della Legge come  di un peso o di un’imposizione, ma di un dono che Dio ci ha fatto, come  luce per i nostri passi. «Abbiamo stretto un’alleanza con Dio e i  comandamenti sono il segno della nostra appartenenza a Yahvè, sono la  proclamazione del fatto che siamo popolo eletto».

Il cardinale ha  quindi affermato che non siamo soli di fronte alla Legge, con la nostra  debolezza e impotenza di compierla. «Tra noi e il decalogo c’è Cristo  Gesù, morto e risorto. Egli è il potere di Dio, ci dà il suo Spirito; è  venuto a darci una nuova legge che non si limita a proclamare il bene,  ma lo realizza dentro di noi».
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